Nel 1917 si cerco una sorta di evoluzione e di standardizzazione delle dotazioni di bombe a mano del nostro esercito.
Tale evoluzione riguardò particolarmente le bombe a mano.
Di fatto il petardo Thevenot (nelle sue tre varianti offensivo, difensivo, incendiario) così largamente utilizzato dai nostri soldati, si rivelava assai pericoloso in caso di mancati scoppi in quanto il detonatore a molla privo della sua sicura esplodeva poi al minimo urto.
Durante un attacco poteva capitare che le truppe rimanessero esse stesse vittima urtando i petardi inesplosi sul terreno.
Ciò portò allo studio di una spoletta ad impatto.
Nacque la "Olergon" e con essa nei primi mesi del 1918 si crearono le tre nuove tipologie di petardi:
Le incendiarie
Le offensive
Le difensive
Tutte avevano in comune la spoletta e differivano solamente per il contenitore con la carica.
Il petardo offensivo fù il modello più prodotto ed utilizzato.
Di concezione offensiva, quindi privo di frammentazione interna e col raggio di azione dello scoppio limitato a circa 7 mt, tuttavia parti della olergon potevano essere letali fino a 20 mt, causando quindi danni anche al lanciatore.
Poteva essere lanciato a distanze di 20/30 mt.
Si distingueva dagli altri Petardi (P.I. - P.D.) per la scritta P.O. e perchè chiaramente privo di frammentazione interna (quindi anche per il peso).
Esistevano di tipo alto e di tipo basso, con la parte alta bombata o più pari.
modello alto con spola olergon monopezzo in zama
Potevano essere di:
Colore verde con scritta gialla PO
Colore verde con scritta PO ricavata dalla mancanza di vernice e quindi color metallo nudo zincato (argento)
Colore verde con scritta P.O. a rilievo sul corpo
MATERIALE |
DIMENSIONI |
PESO |
ACCENSIONE |
INNESCO |
CARICA |
corpo in lamiera zincata |
corpo diametro 63 mm |
430/440 gr carico e con spoletta |
a percussione all' impatto |