storia bombe a mano italiane

Vai ai contenuti

Breve cronologia sullo sviluppo e l' adozione delle bombe a mano nel nostro esercito.

Cito solo i modelli più diffusi, per approfondire ci sono alcuni bei libri in commercio.

1900
le granate o bombe a mano sono unico appannaggio del genio e si tratta di "sferiche in ghisa risorgimentali".


Con la guerra russo/giapponese 1904 (guerra di assedio e trincea) l' uso della bomba a mano (e delle mine) si intensifica e rivela la sua efficacia.
Per la prima volta si producono e si usano migliaia di bombe.

Nel 1905 la francia inizia l' addestramento di tutti i reparti dell' esercito all' uso delle granate.
Invece in Italia si è agli inizi, si assisteste ad una improvvisazione scoordinata di modelli dei quali nessuno ebbe seguito, tuttavia si delinea la separazione tra i modelli offensivi e difensivi e le loro linee d' impiego.

Con la guerra in Libia (1911) le necessità tattiche costringono ad approvvigionarsi sul mercato estero, dalla Danimarca arrivano le granate "Aasen A2"  e le "C"  per il lancio a mano e quelle con governale per il lancio col fucile Vetterli modello 1870.
                   
Questa prima esperienza italiana porta alla stesura di alcune relazioni dalle si rileva che la bomba a mano ideale doveva avere:
un peso di 500/600 grammi così da permettere un lancio a 25/30 metri di distanza e un caricamento tale da provocare un raggio di letalità di 15/20 metri.
Con un meccanismo di accensione a miccia ed un ritardo di 8-10 secondi.

Si prende anche consapevolezza della limitata distanza a cui il soldato poteva lanciare la bomba, e iniziano gli studi di attrezzature di lancio di vario tipo.

1913  prime pubblicazioni sull' uso delle bombe a mano però sempre nell' ambito della guerra di fortezza o da parte di reparti specifici.
Da noi la bomba a mano non era considerata come un arma comune ma come una dotazione specifica.
Inizia lo studio di una bomba a mano specifica la "lenticolare".


24 MAGGIO 1915 INIZIA PER L' ITALIA LA PRIMA GUERRA MONDIALE



1915 La "Lenticolare" e in seguito la variante "Minucciani" sono distribuite alle truppe anche se con restrizioni dovute alle quantità disponibili.
  
Con la Minucciani si sviluppa anche una prima attrezzatura meccanica per il suo lancio.                          .
   
Si dà fondo alle disponibilità di granate rimaste dalla guerra libica e si inizia un programma di acquisti dalla francia,  Excelsior Thevenot P2 e F (cosidette ballerine a mano e da fucile) e delle autopropulse con tubo di lancio modello A e AF incendiario.

Inizia anche il coinvolgimento dell' industria privata per la produzione.
Si sviluppano le" Baldarri" e le granate da fucile "Carcano", anche se le carcano non si possono definire proprio bombe a mano.
Difatto il marchingegno realizzato (utilizzando dei fucili) per il loro uso è un "lanciabombe".
Arrivano, "S.I.P.E" e "B.P.D".
   
Si producono anche granate improvvisate come gli spezzoni di tubo (assai potenti ed efficenti).


Inizia anche la sperimentazione di granate incendiarie (Carasco) o a liquidi speciali come formaldeide quest' ultima abbandonata rapidamente.

1916 Ad esaurimento le Baldarri e le Aasen, arrivano le Besozzi di derivazione francese.
Inizia l' era dei "petardi Thevenot" offensivo, difensivo, incendiario sia acquistati in Francia sia prodotti in Italia.

Inizia la produzione della bomba italiana da fucile "Benaglia".


Inizia la produzione delle "racchette Poma".
Fine del 1916 arriva la "granata Carbone".

1917 Si sviluppa la spoletta Olergon e inizia la produzione dei petardi  P.D.- P.O. - P.I.

inizia anche la distribuzione delle SIPE a percussione Gallina.
Adozione della bomba da fucile modello "Bertone" di fabbricazione italiana, funzionante sul principio della Vivien Bessiere francese, ossia lanciata tramite un adattatore da applicare sul fucile.


1918 Petardo Stobi.
bomba Spaccamela sia offensiva che difensiva.

Per ripristinare i nostri arsenali decimati dopo la ritirata di Caporeto, la francia ci inviò una discreta quantità di Bombe da fucile Vivien Bessiere di produzione francese.


11 NOVEMBRE 1918 FINE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Dopo la fine delle ostilità prosegue lo sviluppo puntando sempre ad un meccanismo di esplosione ad impatto anzichè a tempo.
1920 - 1928 Si sviluppano la S


la M.C.S.

1931 SRCM mod. 31


1933 SRCM mod. 33


1935  - 1938 La "Breda", "O.T.O."



"S.R.C.M." mod. 35 che resterà in dotazione al nostro esercito sino agli anni 90.


10 GIUGNO 1940 L' ITALIA ENTRA IN GUERRA

Non ci sarà uno sviluppo durante la guerra e a parte le Breda anticarro si ebbero piccole produzioni improvvisate come le "L",  le "Pazzaglia" o le P.C.R.

Tuttavia furono utilizzate le bombe fornite dai tedeschi.

9 MAGGIO 1945 FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE IN EUROPA

Nel dopoguerra il nostro esercito subirà un riarmo ibrido U.S.A./UK da parte dei nostri alleati, tuttavia rimarrà la S.R.C.M., si affiancherà la bomba americana MK2 (cosiddetta ananas) e del materiale inglese ed americano sopratutto nelle dotazioni anticarro.

Negli anni 80 viene adottata la nuova bomba a mano "OD-82"



Torna ai contenuti